Voglio Parlarti Adesso
Paolo Jannacci
3:44Ehi, ehi Michè, sono io Michè, questa voce lontana Dicono: "Sai, la vita è strana" Ma più che strana è proprio bastarda Ed io lo so, perché mi riguarda Da quando il mio filo si è rotto, sono una foto appesa in salotto E in quella foto, oltretutto, ma dai, Michè, sono così brutto? Occhi chiusi, viso scuro, che se mi avessero detto, giuro "Questa foto resterà di te", accidenti, Michè, mi sarei messo in posa Uno, due, tre, flash, perfetto Sono io, sì, sono l'uomo di cui ti hanno detto Che un lampo mi portò via E di me non resta che una fotografia C'era una volta un uomo che vide come un lampo Sorrise e alzò le mani, come per abbracciarlo L'uomo nel lampo che non è più tornato Lo videro in quel lampo e lì si è addormentato Proprio quel lampo che portò via mio padre E che, da quel momento, è musica nel vento Sai, Michè, non è che sono solo in questo posto C'è più folla che a Rimini d'agosto Tutti come me, finiti fuori pista, tutti fuori dalla lista Tutti con il marchio addosso di questo paradosso Che il lavoro porta sotto terra E l'operaio muore come in guerra Ma io, Michè, io che ridevo anche dei guai Io, che la battuta non mi mancava mai Quando mi dicono: "La fabbrica è una miniera" Rispondo: "No, piuttosto è una galera" Perché loro si fanno l'ora d'aria E pure noi, nel senso che saltiamo in aria E nelle fiamme di sei metri e via Passi da uomo a fotografia C'era una volta un uomo che vide come un lampo Sorrise e alzò le mani, come per fermarlo L'uomo nel lampo che non è più tornato Lo videro in quel lampo Questo lampo non ha odore né colore Il lampo uccide, ma senza far rumore Poi ti guardi ad uno specchio E lì, vorresti perdonare E vabbè, basta dai, da questa foto mi guardo intorno E non ho smesso un solo giorno In silenzio, fotografato e muto, di dirti "Ciao Michè, sono il padre che non hai conosciuto"